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giovedì 27 febbraio 2014

Peter Schmeichel: il colosso danese



Ci sono portieri che, la prima volta che li vedi all'opera, subito ti  evocano belle sensazioni.
Io posso dire di aver visto un grande portiere quando vidi  la "prima" di Peter Schmeichel una sera di primavera dell'ormai lontano 1991. Il portiere danese con il suo Brondby scese in quel dell'Olimpico di Roma per giocare, contro i giallorossi capitanati da Giannini,  la gara di ritorno della semifinale di  coppa Uefa. Dopo lo zero a zero dell'andata in terra danese la gara era aperta a qualsiasi risultato.
Proprio leggendo i quotidiani nei giorni immediatamente precedenti la gara iniziai a conoscere un po' questo portiere che veniva dipinto come un'autentica stella del calcio  danese potendo vantare già tre titoli di campione di Danimarca e essendo già stato eletto nel 1990 calciatore danese dell'anno.
Ed infatti quella partita confermò a chiare lettere che Schmeichel era un grande portiere. Sempre pronto nelle uscite, fortissimo tra i pali con una forte personalità guidò i suoi compagni di difesa in maniera strepitosa.
Nonostante alla fine della partita il tabellone dell'Olimpico raccontasse della vittoria dei giallorossi per 2 reti ad 1 Peter Schmeichel risultò essere  in campo.
Quando nell'estate del 1991 Schmeichel approdò al Manchester United, scelto come proprio portiere da un manager come Sir Alex Ferguson, mi risultò chiaro che quel ragazzone danese sarebbe da lì in poi stato destinato a fare grandi cose.
Nacque così la leggenda di Peter Schmeichel che, soprannominato, The Great Dane (Il Colosso Danese) vinse con il Manchester Utd qualcosa come 5 campionati, 3 coppe d'Inghilterra, 1 coppa di lega inglese, una Super Coppa Europea e una Champions League nel  1998-1999.
Nell'estate del  1999 il danese lasciò lo United ed approdò allo Sporting Lisbona in  Portogallo salvo poi ritornare in terra d'Albione due anni dopo per le due ultime stagioni della sua gloriosa carriera militando prima nell' Aston Villa nel 2001-2002 e  poi nel Manchester City nel 2002-2003.
Tuttavia il grande capolavoro del Colosso Danese resta la strepitosa vittoria  del Campionato Europeo di Calcio del 1992 ottenuto con la maglia della nazionale danese.
In quell'edizione del Campionato europeo, che si disputò in Svezia,  i danesi furono reclutati all'ultimo per sostituire la nazionale della Jugoslavia squalificata a poco meno di un mese dall'inizio della competizione.
Con le sue parate Schmeichel si prese sulle spalle la compagine danese e la portò ad un'inaspettata semifinale contro i ben più quotati olandesi. La semifinale, che terminò ai calci di rigore dopo il 2 a 2 dei tempi regolamentari,  vide Schmeichel  parare un calcio di rigore ad un signore di nome Marco Van Basten. L'apoteosi finale portò i danesi a battere di misura la Germania per un successo che resterà per sempre negli annali del calcio mondiale.
Peter Schmeichel è stato eletto miglior portiere del mondo per ben due anni di fila nel  1992 e nel 1993.
Il 12  settembre 2000 con mia moglie eravamo seduti  in una trattoria nel centro storico di Madeira che per quella sera divenne una sorta di club ultras ... tra grida e imprecazioni dei presenti  dalla televisione appesa al muro del locale arrivavano le immagini di  Sporting Lisbona - Real Madrid valida per la prima giornata di Champions League. Peter Schmeichel era tra i protagonisti di quel 2 a 2 che ci accompagnò in quella serata di luna di miele ...
Immenso e gigantesco tra i pali Peter Schemichel sarà per sempre il Colosso Danese un altro pezzo della "mia" storia ...
 
 
 
 
 




sabato 22 febbraio 2014

Badou Zaki eroe del Marocco a Mexico '86



Al mondiale messicano del 1986 uno dei grandi protagonisti fu il portiere marocchino Badou Zaki. 
Sorteggiati in un gruppo di ferro - proprio il gruppo F -  con Inghilterra, Polonia e Portogallo i giocatori della nazionale africana approdarono agli ottavi di finale vincendo il proprio girone  con quattro punti frutto di un doppio pareggio a reti bianche contro Inghilterra e Polonia e di una netta vittoria per 3 reti a 1 contro i portoghesi. 
Così la nazionale del Marocco si lasciò incredibilmente alle spalle l'Inghilterra del futuro capocannoniere Gary Lineker seconda con tre soli punti.
Nelle tre gare disputate il portiere Zaki fu assoluto protagonista e riuscì a fermare attaccanti di calibro mondiale come gli inglesi Hateley e Lineker, i portoghesi Futre e Gomes e i polacchi Boniek e  Smolarek.
Per ben 260 minuti la rete del Marocco restò inviolata. Solo a dieci minuti dalla fine del terzo e ultimo incontro con il Portogallo, a risultato già acquisito, Zaki si arrese a Diamantino che segnò il gol della bandiera portoghese.
Negli ottavi di finale al Marocco toccò affrontare la debordante armata della Germania Ovest allenata da Franz Beckenbauer. 
Ma anche le temibili bocche di fuoco dei tedeschi, che in avanti schierava campioni come Rumenigge, Allofs e Voller restarono a bocca  asciutta contro il magico Zaki.
A salvare i tedeschi fu il centrocampista Lothar Matthaus che, proprio in extremis a due minuti dalla fine, realizzo una stupenda rete su calcio di punizione.
Così finì l'avventura del Marocco a Mexico'86.
Ma la vetrina mondiale portò Zaki ad essere eletto calciatore africano dell'anno 1986 e gli valse un ingaggio nella squadra spagnola del Maiorca per un'avventura europea che duro dal 1986 al 1992.