Visualizzazioni totali

domenica 17 luglio 2016

Da Fischer a Ferro, da Fedel a Christou: quando il portiere (di nome) è una certezza.

(Francisco Buyo)


Nelle stagioni 1988/1989 e 1989/1990  tra i pali delle formazioni di mezzo mondo circolavano soggetti assolutamente particolari.
Spesso non si trattava di fenomeni e tanti di questi erano anche relegati a seconde o terze scelte.
Ma la loro particolarità stava tutta in quei cognomi che, una volta letti e mandati a memoria, formavano una lunga e infinita filastrocca: un gruppo unico.
C'erano le certezze, quelli cioè su cui potevi contare ad occhi chiusi:  come il preciso FISCHER Harald estremo difensore dell'Austria Vienna, o quello che poteva giocare su tutti i terreni come DUNLOP Geroge del Linfield (Irlanda del Nord), passando poi per l'inossidabile uruguagio Oscar Julio Gandara FERRO del Penarol di Montevideo o ancora il roccioso Krzystown PIETROWSKY in forza ai polacchi del GSK Katowice.
Poi vi erano i mistici: partendo dal bulgaro Rumen APOSTOLOV passando per lo svedese Jonnie FEDEL portiere del Malmo F.F., non dimenticando il portoghese Antonio Pereira JESUS portiere del Vitoria Guimaraes. A capitanare lo squadrone dei mistici chi, se non il cipriota portiere dell'Omonia Nicosia al secolo Christos CHRISTOU
Non mancavano i soggetti poco raccomandabili che, riuniti insieme,  costituivano un pericolo per l'intera comunità come l'irlandese Tim DALTON o il tedesco Oskar KOSCHE portiere della Dinamo Berlino o ancora come l'argentino  Jorge BATTAGLIA  estremo difensore dell'Estudiantes.
(Oskar Kosche)

Per fortuna che, a metter le cose a posto, dal Portogallo arrivava puntuale  Fernando JUSTINO numero uno Belenenses.
Immancabile quello che alzava il tasso alcolico della compagnia: il francese Bruno MARTINI dell'Auxerre.
(Bruno Martini)

Così come immancabile era quel figlioccio che avrebbero voluto avere tutte le mamme ma anche quello che, "bello" viaggiava per tutte le spiagge estive: il finlandese  Vesa KOKKO portiere del Kuusysi Lathi.
Vi era anche il ministro delle finanze del gruppo: il greco estremo difensore dell'AEK Spiras ECONOMOPOULOS.
E ancora c'era chi tentava di ipnotizzare gli attaccanti avversari con stratagemmi di bassa lega come il greco Georges MAGOS che, infatti, faceva solo il secondo portiere al Panathinaikos.
Qualcuno aveva seri problemi di vista e spesso non vedeva nulla come lo spagnolo del Real Madrid, il celebre Francisco BUYO.
Qualcun'altro era altissimo, nel fisico ma cortissimo nel nome che pure ne indicava la stazza: è il caso del rumeno estremo difensore della Steaua Bucarest Silviu LUNG.
Altri non venivano mai presi in considerazione dagli allenatori semplicemente perché,  questi ultimi, non ne ricordavano il nome come nel caso del greco Spiros IKONOMOPOULOS per sempre disperso tra le riserve dell'AEK di Atene.
Ma la truppa più numerosa in assoluto ... beh ... è quella del gruppo della fattoria.
Quelli avevano mille e più rappresentanti: celeberrimi furono l'argentino Hugo Orlando GATTI del Boca Jrs, ma anche noi in Italia, a felini si stava bene, con Giuseppe GATTA a difesa dei pali del Monza e che dire del lungo portiere della Roma Giovanni CERVONE, senza scordarci che tra i pali dell'Empoli volava  Giulio DRAGO.
(Giuseppe Gatta)

Un po' meno nobili furono l'argentino Nestor Josè MERLO secondo portiere sempre al Boca Jrs. e il turco che, nel Fenerbahce stagione 1989/1990 faceva da secondo al leggendario "Toni" Schumacher, ossia Barkad CAN, uno che, nell'evidenza dei fatti non godeva certo della stima del suo allenatore.
Infine va ricordato che  a narrare le gesta di coloro precedentemente citati vi era un classico eroe nello jugoslavo Fahrudin OMEROVIC all'epoca estremo del Partizan Belgrado. 







domenica 10 luglio 2016

Ode a Peruzzi il "Cinghialone" che volava come un Angelo


Angelo Peruzzi è stato uno dei più forti portieri italiani.
Il suo "particolare" esordio, giovanissimo, con la maglia della Roma è già stato oggetto di un precedente post che potete trovare a questo link:
Pertanto non sto a ripetere gli eventi che portarono, per la prima volta, alla ribalta il nome dell'allora giovane Peruzzi.
Dopo una piccola pazzia che rischiò di danneggiarne la carriera, allorquando prese un farmaco chiamato Lipopil per contrastare la tendenza ad ingrassare, che fu invece scambiato per un tentativo di doping Angelo Peruzzi lasciò Roma per approdare nella stagione 1991/1992 alla Juventus.
Con la maglia delle zebre Peruzzi visse otto stagioni da grande protagonista vincendo un po' tutto quello che era possibile immaginare (tre Scudetti, due volte la Coppa Italia, e poi una Champions League, una  Coppa Intercontinentale, una Coppa Uefa, e una Supercoppa Uefa).
Quando, nella stagione 1999/2000 Lippi lasciò la Juve per passare all'Inter, il portiere di Viterbo decise di seguirlo e passò così a difendere i pali dei nerazzurri.
Peruzzi restò a Milano una stagione sola e, ciò nonostante, divenne uno dei beniamini dei tifosi del biscione grazie al suo straordinario rendimento.
Nella stagione 2000/2001 Peruzzi tornò nella capitale per difendere, questa volta, i pali degli aquilotti della Lazio.
Rimase titolare della maglia numero 1 per ben sette stagioni vincendo subito la Super Coppa Italiana al debutto con la nuova maglia l'8 settembre del 2000 (piegando gli ex compagni dell'Internazionale) e una Coppa Italia nella stagione 2003/2004.
Votato dal settimanale Guerin Sportivo miglior giocatore del Campionato Italiano di Calcio nel 1997 (Guerin d'Oro), Angelo Peruzzi ha collezionato  solo 31 presenze con la maglia della nazionale italiana mancando, per infortuni e un pizzico di malasorte, appuntamenti importati come il mondiale di Francia 1998 (lo sostituì all'ultimo Gianluca Pagliuca).
Nonostante il fisico fosse imponente (la vicenda di quel Lipolil per dimagrire divenne leggenda in breve) tanto che il suo soprannome era "Cinghialone"  Peruzzi era dotato di una straordinaria reattività e di un'agilità tale da consentirgli di volare veramente come un Angelo.
Abile e coraggioso nelle uscite, preciso ed autoritario nel dirigere la sua difesa Peruzzi è da mettere lì, nell'Olimpo dei più grandi portieri italiani di ogni tempo.



(Angelo Peruzzi ai tempi della militanza nella Juventus)